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Torno a scrivere nero su bianco, e mi piace farlo in occasione di una gara che ho atteso con tanta ansia, sia sportiva ma anche e soprattutto quella di chi ha un ricordo preciso, nitido, a colori di un qualcosa che, dopo appena un anno, è rimasto vivo nel cuore. Perchè credo che un appuntamento sportivo, oltre a dover essere ricordato per la sua bellezza paesaggistica, per l’impeccabile precisione organizzativa e per i numeri raggiunti, debba innazitutto lasciarti qualcosa dentro, che alla fine sarà ciò che ricorderai di più in assoluto.
Ed io ricordo perfettamente le parole che usai circa un anno fa per descrivere una tempestosa giornata domenicale, in cui la pioggia incessante ed il freddo notevole avevano reso più difficile la riuscita della mezza maratona del Pantano; ma ricordo anche come i coraggiosi atleti protagonisti, unitamente alla caparbietà di Luigi Albano e di tutto il suo staff organizzativo, e all’immancabile voce dello speaker Marco Cascone, siano riusciti a regalare sfumature colorate in un celo grigio.
Ma torniamo a questa decima edizione, nettamente più solare, nettamente più numerosa. Sono già questi i piccoli segnali che lasciano presagire una probabile crescita della gara, sia dal punto di vista organizzativo sia da quello territoriale, data la necessità di dover ospitare persone provenienti da realtà più lontane. Puntuale, infatti, all’interno del regolamento, la sottolineatura di tutte le strutture albergiere e ristorative convenzionate con la partecipazione alla mezza maratona. Ecco che dunque, torno con immenso piacere ad evidenziare la scelta tecnica di favorire il turismo attraverso queste piccole ma utili attenzioni, capaci di favorire anche l’economia del proprio territorio. Inutile, poi, sottolineare la bellezza della location in cui è ambientata l’intera competizione sportiva, che già di suo vale il prezzo del pettorale: un’immensa oasi del WWF, circondata di solo verde, silenzio ed aria pulita. Ecco perchè esserci; ecco perchè anche io, quest’anno, ho deciso di unire l’utile al dilettevole…e cimentarmi in questa nuova bellissima avventura.
Alle 10 in punto o poco più, la voce solare di Marco Cascone da il via alle danze, ed è con quella voce che inizia l’attraversata di appena 500 persone, accompagnata ai bordi laterali da un pubblico presente, attivo e goliardico. Un percorso di poco modificato rispetto alle precedenti edizioni, ma ben congegnato per consentire agli atleti di punta, in campo maschile e femminile, di dare una limata al proprio primato…o nella peggiore delle ipotesi, al record del tracciato (come del resto è avvenuto in campo maschile). Poche, pochissime le variazioni altimetriche, compensate da un tracciato immerso in una campagna artficiale capace di far dimenticare la stanchezza dei km che scorrono. Nulla da dire anche sul piano logistico, con ristori puntuali ogni 5/6km, ed il tutto accompagnato dalla piacevolezza di un pubblico presente, attivo, vicino ad ogni atleta passeggero. Infine, la gara si è conclusa, come di consueto, all’interno dello scenografico parco del centro Oasi WWF, con un tappetto rosso da fare invidia al Red Carpet delle star cinematografiche. Tra le novità interessanti, la presenza di precisi e puntuali pace maker, sintomo anch’esso di una crescita mentale della stessa gara.
Nulla da aggiungere quando a parlare è il sorriso, ed il mio, personalmente, era molto largo. E questo perchè Luigi Albano ed il suo staff non solo mi hanno regalato un’esperienza indimenticabile; non solo mi hanno permesso di ritornare sulle lunghe distanze con un percorso incantevole; non solo mi hannopermesso di ritornare nella mia Napoli con una medaglia da conservare gelosamente tra le altre; ma mi hanno anche regalato un ricordo…uno di quelli a cui non smetti mai di pensare; uno di quelli che metti li, a lato, pronto da rigustare alla prima occasione possibile; uno di quelli che…l’anno prossimo? Si, ci sarò sicuramente.
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