Alimentazione — 16 giugno 2011

Le persone che dicono di seguire una dieta vegetariana sono tante, è opportuno però fare una distinzione tra la dieta vegetariana propriamente detta e la dieta vegana. La dieta vegetariana elimina dall’alimentazione ogni tipo di carne animale, compresi i pesci e i crostacei, ma non i prodotti di derivazione animale, quali latte, uova, formaggio e miele. La dieta vegana o vegetaliana, invece, elimina tutti i prodotti di origine animale compresi i derivati (uova, latte, miele e formaggio). Generalmente la scelta di essere vegetariano o vegano può essere guidata da considerazioni di tipo salutistiche, morali o etiche. Questo tipo di scelta può essere rispettabile per considerazioni di tipo morali o etiche, ma non condivido, invece, il pensiero di chi promuove questo tipo di scelta per scopi salutistici cercando di dimostrare che la dieta vegetariana è più salutare di quella onnivora. Esistono studi che comparano lo stato di salute di persone onnivore, “health conscious”, attente alla propria salute e soggetti vegetariani (1). Ebbene, secondo tali studi non esistono vantaggi in termini di salute tra i soggetti vegetariani e i non vegetariani. Quello che invece è certo, sono i rischi riguardanti le possibili carenze di un vegetariano o di un vegano: ferro (anemie), proteine (rara nel sedentario, più probabile in uno sportivo soprattutto di sesso femminile), vitamina B12, calcio e vitamina D (nei vegani soprattutto). Per quel che riguarda il ferro, una dieta vegetariana deve essere correttamente bilanciata per fornirne una quantità sufficiente poiché i vegetali ne contengono poco e scarsamente biodisponibile. Le proteine possono essere compensate con latticini, uova e legumi abbinati a seitan (farina proteica di glutine) o cereali, ma i vegani devono puntare solo su questi ultimi e la loro alimentazione deve essere strettamente controllata per non incorrere in carenze, soprattutto per gli sportivi. La carenza di vitamina B12 è particolarmente significativa nella dieta vegana, dove il rischio di anemia perniciosa non è da sottovalutare. In virtù delle scorte che il nostro organismo ha di questa vitamina i sintomi da carenza compaiono non prima di 2-3 anni di dieta del tutto priva di vitamina B12. Un altro problema molto rilevante per i vegani è Il calcio, che ne assumono sicuramente meno della dose giornaliera raccomandata, con il rischio, soprattutto nelle donne, di avere osteoporosi anche perché i vegani assumono poca vitamina D, mentre i vegetariani la possono introdurre mangiando uova. Concludendo, è certamente possibile seguire una dieta vegetariana senza incorrere in carenze nutrizionali, basta saper scegliere gli alimenti adatti per evitare eventuali carenze. In una dieta vegana, invece, è quasi impossibile non incorrere in carenze a meno di non puntare su alimenti integrati in modo artificiale. Ma che senso ha incorrere a integratori andando poi palesemente contro ai principi della dieta stessa?


 


Bibliografia:


 [1] “Relative weight, weight loss efforts and nutrient intakes among health-conscious vegetarian, past vegetarian and nonvegetarian women ages 18 to 50. “Barr SI, Broughton TM. Food, Nutrition and Health, University of British Columbia, Vancouver, Canada. sibarr@interchange.ubc.ca


–  Cibo360.it



Dott. Francesco Aversano
Biologo Nutrizionista
Spec. In Biochimica Clinica
Dottorato di Ricerca in Biotecnologie Mediche
Accademia Internazionale Nutrizione Clinica
www.studioaversano.com

Cell. 3932778689

Autore: Dott. Francesco Aversano

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