Cronaca — 23 agosto 2010

L’edizione della TransMarathon 2010, edizione del decennale, chiude i battenti e va in archivio con connotazioni a caratteri maiuscoli ed in grassetto. Sarà ricordata come una delle più belle ed affascinanti edizioni.
Premettiamo subito che l’edizione del decennale è stata una delle più dure da correre, un  ritorno al passato delle prime edizioni; simile ad esse per le asperità e le difficoltà del percorso, ma differenziandosi solo per un ridotto numero di chilometri (da 75 km a 55 km).  Questa 10^ edizione si è  riappropriata dell’appellativo di  ‘gare estreme‘ per i sentieri e le strade del Cilento, terra ospitale dal sapore antico e piena di fascino per i suoi panorami mozzafiato tutti in altura, terra nota per i sui fichi e per l’olio sopraffino.
Ci sono state lamentele da parte di alcuni atleti sulla durezza del percorso, particolarmente nei tratti sterrati con salite di pendenza proibitive e con discese ripide; sentieri accidentati percorsi nel passato da muli ed asini. Lamentele che si sono trasformate a fine competizione, quasi per magia, in piacevoli sensazioni di gioia.
In questo contesto si capiscono anche alcune cose che all’inizio sembravano inspiegabili. Gruppi di persone  si sono sobbarcati a precorrere in auto un numero incredibile di chilometri giornalieri (400 km e forse più tra andata e ritorno) pur di essere presenti a tutte le cinque tappe della gara.
Di questo bisogna dare atto al suo ideatore ed organizzatore Roberto Funiciello che con il suo staff è stato in grado di regalare agli atleti partecipanti questa piccola e grande perla del mondo podistico.
Rimane in tutti i partecipanti un bellissimo ricordo per l’accoglienza ricevuta dai residenti di S. Giovanni a Piro, dove si è conclusa la quarta tappa (quella più dura); sarebbe interessante considerarla come tappa conclusiva per la prossima edizione della TransMarathon.


 


Considerazioni tecniche


La storia agonistica della decima edizione è stata determinata, principalmente, con le emozioni provenienti dal settore femminile, dove c’è stata incertezza sulla vittoria finale fino alla penultima gara. Lo scettro di regina della TransMarathon è andato a Lucia Avolio, personaggio nuovo a porsi all’attenzione di tutti, così come Gioconda Di Luca, seconda in classifica generale e vincitrice dell’ultima tappa, che prepotentemente è venuta alla ribalta migliorando ed esaltando le sue qualità tecniche guidata dal  suo nuovo preparatore.


Va ricordato, tuttavia, la polacca Anna Paniak, vincitrice delle prime due tappe,  che ha dovuto abbandonare la competizione per problemi di infortuni.


Un elogio particolare va fatto, infine, a tutti gli atleti delle varie categorie che hanno dato vita a competizioni entusiasmanti, dandosi battaglia per la conquista del primo posto. Particolare attenzione va  posta  alla categoria master M55 dove c’è stata l’incertezza della vittoria finale fino all’ultimo  e che ha visto vincitore Mauro Eugenio.

Autore: Franceso Diana

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