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Gentile medico, sono circa, sono tre anni che ho la passione per la corsa. Purtroppo però ho da circa un anno la tendinite di Achille e non mi sono mai curata.
Da qualche mese, sto fermo (senza correre), ho preso per due settimane degli antinfiammatori, ma non vedo nessun miglioramento.
Cosa mi consiglia?
Risponde il Dr. Marco De Angelis
Cara Sig.ra Daniela
Innanzitutto bisognerebbe stabilire se è solo un problema di sintomatologia senza danno del tendine, o se è presente anche una degenerazione del tendine.
Nel primo caso il dolore è dovuto all’infiammazione dei tessuti intorno al tendine (peritendinei – l’achilleo non ha una vera guaina – e il tendine in sé ha pochissimi recettori per i dolore, oltre a non potersi infiammare al suo interno per la sua scarsa irrorazione sanguigna interna).
Nel secondo caso oltre al dolore, e quindi all’infiammazione peritendinea, ci sarebbe anche una lesione degenerativa (tendinosi) all’interno del tendine stesso con una sua scarsa consistenza o addirittura con delle lacune (veri e propri buchi).
Per vedere quale di questi due casi è il suo dovrebbe fare una ecografia o una risonanza magnetica. La prima è più veloce e semplice ma è dipendente dall’operatore che la esegue, la seconda più impegnativa, probabilmente con una attesa maggiore, ma è un quadro del tendine più preciso per eventuali controlli successivi. Dopo questi esami si potrà quindi stabilire con certezza la diagnosi, la terapia e quindi la prognosi.
Se fosse solo una peritendinite, a volte dovuta all’eccessivo sfregamento della zona contro bordo posteriore delle scarpe o con calzettoni, il quadro è meno grave, anche se spesso comunque molto fastidioso o proprio doloroso. Tipicamente il dolore compare ai primi passi del mattino o dopo una lunga sosta e passa più o meno velocemente dopo pochi passi o pochi minuti. Questo accade perché durante la sosta il liquido prodotto dall’infiammazione crea adesione tra tendine e tessuti circostanti che nei primi passi successivi viene eliminata con dolore.
In questo caso l’interruzione degli allenamenti sarebbe minore e basterebbe fare grande attenzione alle cause di attrito che hanno generato il problema. Sarebbe di aiuto l’applicazione di calore mediante borsa dell’acqua calda in sedute della massima durata possibile, ma soprattutto prima del cammino o della corsa (per almeno 15-20 minuti); meglio se più volte al giorno. Va bene a questo scopo anche il termoforo: un sacchetto morbido che, collegato alla presa di corrente si riscalda.
Se invece vi fosse anche una degenerazione del tendine, che si può presentare, in assenza di peritendinite concomitante, anche senza alcun dolore, bisogna valutarne l’entità e decidere se e per quanto tempo sospendere l’attività , in quanto ci potrebbe essere il rischio di una rottura completa.
Questa degenerazione si verifica nella maggior parte dei casi perché durante qualche seduta di allenamento si è verificata qualche tensione eccessiva del tendine stesso, più spesso perché non sufficientemente elastico o ancora troppo freddo. Questa tensione eccessiva ha provocato la rottura di qualche minuscola microfibra all’interno del tendine che però, essendo un tessuto molto torpido, poco vascolarizzato, non ha molta capacità di ripararsi e tantomeno velocemente. Se poi si è effettuata un’altra seduta di allenamento, con le medesime modalità , prima della riparazione, si può essere prodotta un’altra microlesione e così via fino ad una vera degenerazione di tutto i tendine.
In questo caso bisogna sospendere l’attività ed effettuare terapie (io consiglio ipertermia e/o tecar e/o ultrasuoni) fino alla risoluzione del quadro, dimostrata da una ecografia o risonanza di controllo. Anche in questo caso è molto utile l’applicazione quotidiana e prolungata del calore localmente.
In conclusione: riscaldare sempre bene il tendine prima di correre, anche proprio con una borsa dell’acqua calda, specialmente in inverno; evitare lo sfregamento con calzature o calzettoni stretti; lasciare per mesi una pausa di uno o più giorni tra gli allenamenti per permettere la riparazione delle microlesioni prodotte da un uso intenso del tendine.
Autore: Dr. Marco De Angelis
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