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E’ pericoloso riprendere l’attività fisica intensa immediatamente dopo un raffreddore o un’influenza, soprattutto dopo mesi di inattività fisica. Secondo il Presidente del 16° Congresso Internazionale delle Aritmie Cardiache in corso a Marilleva Francesco Furlanello è meglio attendere almeno una settimana dalla guarigione. Questo perché alcuni virus, fra cui quelli di influenza e raffreddore, possono provocare la miocardite, un’infiammazione del muscolo cardiaco responsabile del 30% dei casi di morte improvvisa giovanile. Un dato che aumenta proprio in presenza di attività fisica sostenuta.
Il virus, infatti, si annida nel cuore e altera i battiti provocando un’aritmia che puo’, se si riprende immediatamente l’attivita’ fisica, avere conseguenze letali.
Nessun pericolo viene dal sesso, che anzi esercita un effetto positivo sulla qualità della vita. I primi ‘campanelli …
d’allarme’ non vanno, comunque, sottovalutati. Quando si avvertono palpitazioni violente e ripetute, battito mancante, cuore in gola e’ bene rivolgersi allo specialista.
Le alterazioni del ritmo cardiaco (aritmie) che si fanno sentire anche con stanchezza, affanno, vertigini sono in deciso aumento negli anziani, ma anche nei giovani.
Proprio sovraffaticamento fisico e stress possono causare disturbi del ritmo cardiaco che sono all’origine della ‘morte improvvisa’: la morte improvvisa uccide un italiano ogni 200mila abitanti. Si calcola che abbia ”il cuore in gola” un italiano su 5. I più colpiti sono gli anziani oltre i 60 anni, ma sono a rischio anche atleti e ”forzati” della palestra.
Con un totale, ogni anno, di 325mila decessi in Europa e oltre 400mila negli Usa: piu’ di cancro della mammella, del polmone e Aids messi insieme.
Ma non sono solo stress e il sovraffaticamento i rischi per i forzati delle palestre. Se si e’ stati colpiti da raffreddore e influenza, ad esempio, si dovrebbe riprendere a praticare l’attivita’ sportiva, sostengono gli esperti, soltanto dopo almeno una settimana dalla guarigione.
L’aritmia si manifesta all’improvviso, ma si puo’ prevenire, almeno nelle sue forme piu’ lievi, evitando di fumare, di mangiare in fretta, di bere alcolici e bevande gassate. Eppure, nonostante le regole della prevenzione siano così semplici, i disturbi del ritmo cardiaco stanno aumentando costantemente in Italia. Basti pensare che nel 2001 sono stati impiantati 23.810 pacemaker, il 10% in più rispetto all’anno precedente. Tra le novità sul fronte della terapia, il defibrillatore automatico impiantabile riesce a ridurre del 30% i casi di morte improvvisa nei pazienti che hanno avuto un infarto. Nei casi più gravi e nei quali i farmaci sono inefficaci ha dato buoni risultati una tecnica messa a punto presso il policlinico San Donato di Milano e presentata al convegno. La tecnica, che si deve a Riccardo Cappato e a Furlanello, si chiama ”ablazione a tre gradini” e consiste nel modificare, in tre tempi, le vene che portano sangue al cuore.
fonte www.italiasalute.it
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