Maratone e altro — 15 febbraio 2010

Record Svedese per Jonas Buud


Jonas Buud, vice-campione del mondo in carica dei 100km, ha esordito sulla pista indoor del club di Karlstad, cimentandosi sulla distanza delle Sei Ore. Se corsa ad alto livello questa distanza è estremamente impegnativa, perchè si conclude con un chilometraggio prossimo o superiore ai 90km. Questo tipo di impegno diventa ancora più gravoso quando si corre in un impianto al coperto: coprire una quantità enorme di giri sulle piccole piste coperte rende la faccenda ancora più impegnativa.
In queste condizioni l’ottimo esponente della scuola svedese ha realizzato km. 89,334, di gran lunga record nazionale, cioè una misura che lo scorso anno lo avrebbe collocato al primo posto nella lista dell’anno.
Prima della gara, il club Ultra svedese si è riunito per il suo congresso annuale, nel corso del quale alla Presidenza è stata è stata chiamata Torill Fonn Hartikainen, che salutiamo con i migliori auguri per il nuovo impegno.


Arrowhead

La seconda prova del circuito di 135 miglia estreme che si concluderà con la mitica Badwater, è una gara che si disputa nel Grande Nord, con temperature largamente inferiori agli zero gradi, su di un percorso tutto su neve e ghiaccio che comprende anche alcune montagne deserte ed impressionanti.
Lo scorso anno gli organizzatori furono costretti ad emettere un avviso di pericolo, dovuto alla temperatura troppo alta, che rischiava di raggiungere gli zero gradi centigradi. I romanzi di Jack London ci hanno insegnato che in queste condizioni il rischio di sudare è molto alto: sudore che poi gela sul corpo, con conseguenze letali.
Quest’anno le cose sono rientrate nella normalità, ovvero verso i meno venti, e la gara ha avuto uno svolgimento durissimo ma controllato. Solo diciannove persone hanno concluso nel tempo massimo di 60 ore, e fra questi l’taliano Andrea Di Giorgio che è arrivato in 56 ore e 07 minuti.
Il vincitore è risulato l’americano Zach Gingerich (classe 1979), un uomo avvezzo alle grandi durissime 100 miglia del suo Paese, che ha segnato il record della gara in 37:59 Seguono Eric Johnson (46.22) e Matt Long (47:36)


Thames Trot


La UM inglese sta piano piano ritrovando i propri spazi di popolarità, dopo una crisi dovuta anche ai rapporti tesi fra i corridori e la dirigenza federale, che ha portato nelle ultime edizioni del mondiale dei 100km la squadra maschile ad iscriversi in blocco alla gara open.
Un buon inizio d’anno è rappresentato dal “Thames Trot” una corsa fuori strada di 50 miglia, da Oxford a Henley, lungo le più stupefacenti rive del fiume Tamigi.
Buona la partecipazione (126 arrivati) e discreto il riusltato tecnico, sul quale ovviamente pesa la stagione invernale. Ha vinto Harry Johnson in 6:26.21 davanti all’olandese Wouter Hamelinck (6:33.50) e Stephen Pope (6:39.10), mentre la prima donna è stata Sarah Lloyd (7:54.29).


Rocky Raccoon


La prima 100 miglia importante del ricco calendario nord-americano è la Rocky Raccon, che si corre in febbraio ad Huntsville, nel Texas. Si tratta di una gara non priva di difficoltà, ma più “corribile” di altre prove similari. Ha vinto Greg Crowther, un atleta di 36 anni che ha fatto parte più volte della nazionale Usa dei 100km, ma che raramente si era provato su distanze nettamente superiori. Il suo tempo è stato piuttosto buono: 14:58.32, che lascerebbe pensare a buone possibilità sulle 24 ore, qualora avesse in programma di provarci.
Ma la novità più interessante viene dalle donne, come accade sempre più spesso, dove ha vinto la 38enne texana Elizabeth Howard, che è arrivata seconda assoluta in 15:45.03. A rendere ancora più interessante la sua prestazione c’è il nome della seconda arrivata, che è stata nientemeno che Jamie Donaldson con quasi un’ora di distacco (16:54.14). La Donaldson ha battagliato a lungo, lo scorso anno, con la nostra Monica Casiraghi nel mondiale delle 24 ore, ed è stata valutata dagli esperti Usa come la seconda atleta dell’anno alle spalle di Kami Semick! Se tanto mi dà tanto, questa Howard è da tenere d’occhio.


Trans Slovenia


La gara a tappe che si è svolta la corsa estate ha avuto un buon successo, e questo ha indotto i dinamici organizzatori a proporre adesso un’edizione invernale. Quattro tappe per un totale di oltre 200km, tutti su strade e sentieri innevati e temperature rese ancora più rigide dal freddo vento teso tipico della zona. Vittoria per l’uomo di casa Lojze Ptimozic ( 15:45.14), che ha primeggiato sul connazionale Bostjan Potocnik (16:08.21) ed il polacco Ireneusz Waluga (16:37.31)
In campo femminile ha vinto l’ultramaratoneta britannica Sharon Gayter (19:19.23) davanti alla brava bolognese Monica Barchetti (19:55.17) ed alla tedesca Sylvia Rehm. Andrea Accorsi ha invece preferito abbandonare nel corso della terza tappa.


San Benedetto del Tronto


Buon successo di partecipazione per la prima ultra-maratona sulla sabbia, una 50km abbinata alla tradizionale maratona che offriva quest’anno pe rla prima volta la possibilità di decidere il prolungamento della propria corsa fino ai 50km, appunto. Il clima amichevole e l’impeccabile organizzazione hanno offerto la cornice ideale, così che alla fine sono stati più di settanta coloro che hanno optato per la soluzione “lunga”. Data la natura del percorso il risultato tecnico non ha molto valore, informiamo tuttavia che il podio è stato conquistato da Fabio Costantini (3:55.47), Ciro Di Palma (3:59.40) e Marcello Mastrodicasa (4:08.09) fra gli uomini e da Elisa Cucchiarelli (4:23.00), Stefania Micolucci (4:54.16) e Manuela Sabatini (4:56.56) fra le donne


 

Autore: Franco Anichini

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