Medicina slide — 29 ottobre 2019

correreSono lontani i tempi in cui chi praticava la corsa erano solamente giovani atleti di ottima prestanza fisica. Oggi gli italiani che si dedicano al running sono sempre più trasversali: donne e uomini, giovani o più in là con gli anni.

La corsa è diventata un vero e propriofenomeno di massache riguarda la maggior parte di noi. Si conta infatti che circa il 60% pratica il running almeno una volta al mese con l’obiettivo di stare bene (41%), piuttosto che perdere peso (27%) e a volte per dedicare del tempo a se stessi (donne e 35-45enni) [dati: sondaggio Istituto Piepoli per il convegno Runeconomy, maggio 2019].

Un’attività apprezzata anche grazie alla semplicità nel praticarla: basta un paio di scarpe da running e via, senza nessun abbonamento o impegno vincolante. Uno schema motorio autonomo, un gesto naturale che si apprende da soli.

Ma per quanto la corsa faccia bene e sia liberatoria, traumi e infortunipossono essere dietro l’angolo se non viene eseguita correttamente. Correre infatti consiste in una successione di movimenti ripetuti che coinvolgono non solo le articolazioni inferiori, ma anche il bacino e la colonna vertebrale e questi – se eseguiti per tempi eccessivi o con elevata intensità – possono causare micro-traumi alle strutture anatomiche interessate.

Muscoli, tendini, borse, cartilagini, nervi e ossa sono le strutture sottoposte a sovraccarico funzionaledurante la corsa. Se il corpo è allenato questo non crea problemi, ma se l’equilibrio dell’organismo è compromesso si possono verificare traumi e conseguenti disfunzioni.

L’osteopatia sta prendendo sempre più piede in ambito sportivo per l’importanza che la disciplina ricopre sia a livello curativo che preventivo, andando ad affiancare le varie professionalità. Il trattamento osteopatico infatti permette da un lato di ripristinare il corretto funzionamento delle articolazioni, dall’altro va ad agire in maniera precauzionale su eventuali tensioni ripristinando la mobilità.

Il Dottor Marco Chiantello – osteopata e fisioterapista fondatore insieme al Dottor Emanuele Bottidi Advanced Osteopathy Clinic (www.advancedclinic.it) e di Advanced Osteopathy Institute (www.advancedosteopathy.it) – sottolinea infatti come “attraverso l’attenta analisi osteopatica e l’utilizzo di tecniche manipolative mirate per risolvere le disfunzioni rilevanti dell’organismo, è possibile generare o favorire quella condizione di massima adattabilità che favorisce i processi di autoguarigione”. Prosegue il DottorBotti: “l’osteopatia può contribuire a gestire al meglio le problematiche legate ai sovraccarichi strutturali e metabolici a cui si va incontro durante l’allenamento. In questo caso, compito dell’osteopata è cercare di ridurre al minimo la possibilità di contrarre infortuni e favorire un rapido recupero”.

L’osteopatia dunque risulta un valido alleato per chi pratica la corsa: aiuta a ridurre i tempi di convalescenza e favorisce la massima efficacia del percorso riabilitativo. Una strada alternativa da sperimentare, per chi non vuole smettere di correre.

 

 

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Peluso

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