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Due ordigni esplodono tra la folla in attesa dell’arrivo degli atleti; gli scoppi dopo 4 ore di gara. Bloccata per sicurezza la corsa, anche per facilitare i soccorsi. Illesi tutti i 24 mila maratoneti; ma molti sono ancora sotto choc.
Bombe, morti e feriti: un violento attentato ha colpito al cuore la maratona di Boston, devastando la zona degli arrivi. Le prime stime dei federali americani parlano di tre morti (tra cui una bambina) ed oltre cento feriti, con sei persone in imminente pericolo di vita, ma la cifra non è ufficiale. Le vittime apparterrebbero a coloro che assistevano dalle tribune alle ultime fasi della gara. Tranne qualche svenimento, sembra che i circa 24 mila atleti siano usciti indenni dalla strage. Immediatamente lungo l’intero percorso sono stati fermati i podisti ancora in gara e l’evento è stato bloccato, per liberare le strade e permettere l’intervento immediato dei soccorritori. Secondo i dati ufficiali forniti dagli organizzatori della maratona, i partenti sono stati 23.326; di questi, 17.584 hanno tagliato il traguardo, mentre 4.496 sono stati bloccati al km 40. Per far fronte all’emergenza sanitaria molti atleti hanno donato il proprio sangue dopo l’arrivo. Intanto sono tutti indenni i sessanta corridori dell’equipe sportiva del preparatore atletico Fulvio Massini; i maratoneti italiani sono chiusi negli alberghi ed attendono di ripartire, appena possibile, per le rispettive destinazioni.
L’attentato è avvenuto alle 20,50 ora italiana in Copley Square, il luogo-simbolo della città americana e sul traguardo il timer ufficiale dei cronometristi segnava 4h 9’. Accanto alle tribune, dove sventolavano decine di bandiere di tutti gli stati, sono state udite due forti esplosioni ed una fitta nube ha avvolto la zona dello scoppio, nei pressi di un hotel e davanti ad alcuni negozi. Una parte degli spalti è crollata sulla strada, assieme a molti metri di inferriata divisoria. L’esplosione evidentemente intendeva fare una strage, poiché il maggior numero di partecipanti in queste affollate maratone giunge al traguardo tra le 4 e le 5 ore dalla partenza. Un orario, peraltro, in cui anche il parterre degli spettatori è affollato di parenti ed amici dei concorrenti. Coloro che stavano percorrendo gli ultimi metri del tragitto hanno avvertito il primo forte scoppio sul lato sinistro della dirittura d’arrivo e nella zona dei ristori. Secondo i primi rilievi, gli ordigni esplosi sarebbero di tipo artigianale. L’FBI avrebbe individuato e disinnescato altre bombe accanto alla tribuna distrutta dallo scoppio.
A Boston erano oltre duecento gli italiani in gara, secondo i riscontri ufficiali; molti podisti provenivano dal nord Italia, tra cui un folto gruppo dell’Emilia. Finora gli inquirenti degli States non fanno ipotesi sulla matrice del vile attentato, che sembra essere stato studiato per colpire uno degli avvenimenti sportivi più importanti al mondo.
La maratona di Boston è la più antica e quest’anno compiva il 117° anniversario, organizzata dalla Boston Athletic Association fin dal 1887, quando alla partenza c’era appena 18 atleti. E’ tradizione che la gara si svolga nel terzo lunedì del mese di aprile, in coincidenza con il Patriots’ Day, l’anniversario dell’inizio della Rivoluzione degli Stati Uniti d’America. Due ore prima degli scoppi è giunto al traguardo il vincitore, l’etiope Lelisa Desisa in 2h10’22”, mentre per le donne ha vinto la kenyana Rita Jeptoo in 2h26’25”.
autore Giovanni Mauriello
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