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Si chiude nelle semifinali il percorso mondiale nei 400 metri di Libania Grenot. L’azzurra è decisamente sfortunata, perché termina al nono posto complessivo pur avendo corso in un eccellente 50.47 (a soli 17 centesimi dal record italiano), ottavo tempo complessivo: la finale sfuma per 13 centesimi di secondo. Fuori anche Chiara Bazzoni (52.11, a cinque centesimi dal personale) e Giordano Benedetti nelle semifinali degli 800 metri (1:48.31). Domani, nella terza giornata di gare, sette italiani in campo: al mattino, turno di qualificazione nel disco per Giovanni Faloci, batterie dei 3000 siepi per Yuri Floriani, Patrick Nasti, e Jamel Chatbi, e batteria dei 400 metri ostacoli per Jennifer Rockwell. Nella serata, semifinale dei 400 per Matteo Galvan (alle 18.05 italiane) e finale del lancio del martello per Nicola Vizzoni (18.30).
400m donne
Ancora una volta fuori dalla finale. Libania Grenot non riesce a rompere l’incantesimo che la costringe spesso oltre l’ultimo posto libero a disposizione. Come già accaduto, per parlare di Giochi olimpici, a Pechino e Londra. A Mosca, però, è il massimo, visto che manca l’ingresso nelle otto – nona classificata – per soli tredici centesimi di secondo; e per giunta, con una prestazione super (50.47, 17 centesimi appena oltre il record italiano) che vale l’ottavo tempo delle semifinaliste…
L’azzurra disegna in pista il suo giro migliore di sempre in una grande manifestazione, grazie al pacing della britannica Ohuruogu, posta nella corsia davanti alla sua. Corre in scioltezza, ma forte, molto forte, i primi 200 metri. Sul rettilineo conclusivo, lasciata Ohuruogu al solito finale esplosivo (vittoria in 49.75 davanti alla statunitesne Hastings, 49.94), la Grenot ingaggia un duello a distanza con la giamaicana Novleine Williams, perdendo di soli 13 centesimi (50.34 contro 50.47). L’inezia che, purtroppo, le costerà la finale. Discorso diverso per Chiara Bazzoni, il cui 52.11 (sesto posto nella prima batteria, vittoria alla imprendibile Montsho, 49.56, miglior tempo del turno), a soli cinque centesimi dal personale, va classificato decisamente tra le attività del bilancio azzurro. La prova è una sorta di fotocopia della batteria, dove la toscana aveva chiuso in 52.14: avvio moderato, e gran risalita nel finale, di forza e cuore. Data per scontata l’eliminazione – cosa significhi la finale mondiale dei 400 va probabilmente spiegato a pochi, tra quanti leggono queste righe – alla Bazzoni manca solo il limite personale, per considerare il suo mondiale da applausi. Ora, per tutte e due le azzurre, la 4×400. L’aver ritrovato proprio a Mosca la miglior Grenot, può comunque significare moltissimo in chiave staffetta: la finale, correndo con la stessa determinazione, può diventare realtà.
800m uomini
Dura poco più di 500 metri, la gara di Giordano Benedetti.
Passato quel punto, sul penultimo rettilineo, il trentino, sempre più irrigidito nell’azione, è andato via via spegnendosi, terminando lontano dai primi, in 1:48.31 (settimo nella seconda semifinale). Fino a quel punto, l’azzurro si era ben comportato, ed anzi, aveva “letto” molto bene lo svolgersi della corsa, portandosi più avanti nel gruppo, tra i 300 ed i 400 metri (passaggio a metà in 52.22). Ma era solo un fuoco di paglia, perché, evidentemente, il serbatoio delle energie era già prossimo all’esaurimento. A conferma, purtroppo, della ancora non adeguata attitudine agli impegni su più turni. L’etiope Aman (1:44.71) ed il francese Bosse (1:44.75) guadagnano il passaggio alla finale, ma i loro tempi sono assai più indietro nella lista dei qualificati: lo statunitense Duane Solomon (1:43.87) ed il saudita Ladan Mohammed (1:44.10) sono i migliori del turno. Domani la corsa per le medaglie.
(foto Colombo/FIDAL)
Ufficio stampa fidal
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