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Autore: Franco Anichini –
La Federazionedel Kenya ha annunciato la propria squadra di maratona per le prossime Olimpiadi di Londra.
I/le prescelti/e sono:
Wilson Kipsang – Moses Mosop – Abel Kirui
Mary Keitany – Edna Kiplagat – Priscah Jeptoo
La scelta è stata particolarmente difficile in campo maschile, ed ha portato ad alcune clamorose esclusioni. Restano fuori, infatti, personaggi come Geoffrey Mutai e Patrick Makau.
Wilson Kipsang è il vincitore dell’ultima maratona di Londra, gara a cui i selezionatori hanno attribuito una grande rilevanza. A Londra, Kipsang ha vinto in 2:04.44 mentre il suo personale di 2:03.42 risale a Francoforte 2011. Abel Kirui ha concluso Londra in 2:07.56 ma è il campione del mondo 2009 e 2011. Questa è stata la scelta che più fa discutere i commentatori. Infine Moses Mosop ha un personale di 2:05.03 ottenuto di recente a Rotterdam, ma a Boston 2011 aveva chiuso in 2:03.06, tempo come noto non valido.
Fra gli esclusi, Geoffrey Mutai è il vincitore della discussa maratona di Boston 2011 (2:03.02 non valido) e Patrick Makau è il primatista del mondo in carica, ma a Londra si è ritirato.
Le tre donne scelte, invece, escono tutte da Londra: Mary Keitany, prima in 2:18.37, Edna Kiplagat seconda in 2:19.50 e Priscah Jeptoo terza in 2:20.14
Maratone USA
Il pianeta maratona in versione nord-americana ha dato vita ad un fenomeno partecipativo ed organizzativo di primissimo livello. Infatti, come noto, alcune delle maggiori maratone del mono si svolgono negli States, ma la faccenda non finisce qui. Dietro alle prestigiose gare di New York, Chicago e Boston ci sono una serie di gare di “seconda fascia” che superano spesso le 10.000 unità di finishers, ed innumerevoli altre che viaggiano comodamente oltre i 1.000
E’ il caso del week-end appena trascorso, dove non erano in programma gare di particolare rilievo. Risultato? 15 maratone, di cui ben sei con oltre mille arrivati: Louisville (2093), Champaign (1877), Carmel (3364), Eugene (2345), Oklahoma City (2643) e Nashville (3925). Quest’ultima maratona di disputa nella cittadina del Tennessee considerata la capitale della musica folk americana (che poi è di chiara origine irlandese) e manco a dirlo anche la sua maratona è dedicata alla “Country Music” che infatti viene sparata dagli altoparlanti a tutto volume. Una notarella curiosa: quest’ultima corsa è stata vinta dal diciannovenne del Maine Ryan James, studente del college Berry, in Georgia, che era ovviamente un esordiente, e che ha chiuso in 2:32.47
Marathon Trail
Negli ultimi anni è andato sempre crescendo il movimento delle corse lunghe in natura, non necessariamente in montagna: l’importante è che si corra il più possibile per prati e sentieri e che i luoghi siano suggestivi. In Italia questo movimento ha dato vita a maratone chiamate “Eco”, volendosi intendere con questo suffisso che si tratta di una corsa dove è d’obbligo rispettare l’ambiente, evitando ogni tipo di danneggiamento, a cominciare dall’abbandono lungo la strada di contenitori vari.
l molti Paesi questo movimento prende semplicemente il nome di “trail”, che significa “sentiero”, dal momento che si vuole giustappunto sottolineare lo svolgimento in mezzo alla natura. Quanto al rispetto per l’ambiente, non si sente il bisogno di sottolinearlo, in quanto è scontato che sia ben presente nella mente, nello spirito e nelle abitudini dei corridori.
Le distanze di gara sono le più varie e, fra queste, non potevano certo mancare le maratone, sia pure sommariamente misurate anche quando gli organizzatori sono fra i più pignoli e precisi.
Per la verità in questo caso poco importa la distanza esatta, in quanto la prestazione cronometrica è determinata dalle caratteristiche del percorso e dalle condizioni meteo.
Tuttavia, vi sarete accorti che citiamo regolarmente anche queste maratone nei nostri tabellini. Lo scopo di tale lavoro, infatti, è quello di fornire a chi interessa un quadro quanto più possibile completo dello sviluppo del movimento delle corse sulla distanza classica. Si leggano però le citazioni suddette con il dovuto beneficio d’inventario.
Amburgo e Dusseldorf
In una domenica tutto sommato tranquilla, emergono un paio di maratone tedesche, altro Paese che si dedica molto a mettere in piedi ottime organizzazioni, visto che non può disporre di corridori di valore.
La maratona di Amburgo è stata dominata dall’etiope Shami Dawit che se ne è andato a vincere staccando tutti dopo il km. 30, secondo la più classica delle tattiche di gara. Il suo tempo finale è stato di 2:05.58 che gli ha permesso di dominare uno degli uomini di Dubai, cioè quel Dadi Yami ch aveva fatto segnare 2:05.41 e che qui ha chiuso in 2:07.01. Ma per la squadra Olimpica forse queste prestazioni protrebbero non bastare…
La prima donna ad Amburgo è stata Rael Kiyara in 2:23.47, lei si, sicuramente esclusa dalle Olimpiadi.
A Dusseldorf, invece, ha vinto un altro etiope, Seboka Deriba Tola, in 2:08.27 con chilometri finali sul piede di 2.48/2.50. Seguono i keniani Duncan Koech (2:08.33) e Abraham Kiprotich (2:08.35) che però adesso corre perla Francia. Alle Olimpiadi, probabilmente, rappresenterà proprio questo Paese, visto che ha ottenuto il tempo standard richiesto.
La 29enne debuttante keniana Agnes Jeruto ha vinto la gara al femminile in 2:25.49. La seconda è stata la bielorussa Nastassia Staravoitava, che col suo tempo di 2:27.24 si è qualificata anche lei per le Olimpiadi.
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