HOME PAGE Maratone e altro — 22 novembre 2011

Autore: Franco Anichini  - 

Atene
Curioso destino quello della maratona di Atene. Ricordato che la storica impresa di Filippide in realtà non ebbe mai luogo, poniamo mente al fatto che se c’è una maratona “classica”, che più classica non si può, è quella che prende le mosse dalla piana di Maratona, scavalca le colline adiacenti, e si tuffa nel mare di costruzioni della città di Atene per concludersi nel suo Stadio Olimpico. Il quale stadio, detto per inciso, è l’unico al mondo che riproduca le fattezze e le dimensioni di uno stadio greco antico.
Ebbene, questa maratona è anche la più “irregolare” del mondo, almeno stando alle disposizioni che l’ottusità della cultura anglo-sassone ha successivamente imposto alla disputa di questo tipo di eventi. La misura della maratona, secondo le regole, è diversa da quella fra Maratona ed Atene, il percorso è “point-to-point”, cioè parte da un luogo ed arriva in un altro, ed infine le asperità naturali del tracciato ne configurano un saldo complessivo “in discesa”!
La maratona di Boston, nata l’anno dopo quella di Atene con l’intento di riproporla sul suolo americano, venne volutamente ideata in maniera che riproducesse il più fedelmente possibile quella originale… Il risultato è quello che abbiamo visto in occasione dell’edizione di quest’anno!
Tristezze a parte, la maratona di Atene rimane un evento unico, che merita ricordare, anche se non produce risultati cronometrici di rilievo, propio a causa del tracciato classico. Basti pensare che il record del percorso appartiene ancora a Stefano Baldini, in occasione della sua vittoria olimpica, con un crono di 2:10.55
La gara di quest’anno si è sviluppata con un attacco iniziale del campione dello scorso anno, Raymond Bett, ma subito dopo la mezza uscivano il marochino Abdelkerim Boubker e Sammy Chumba. Nel tratto ondulato finale Boubker imitava Baldini e produceva il suo sforzo decisivo proprio in questa frazione dle percorso. Alla fine Boubker riusciva a transitare per primo sotto il traguardo, firmando così una delle pochissime vittorie non-keniane dell’anno in maratone importanti. Boubker faceva anche segnare un nuovo PB in 2:11.40, ma aiutato da vento favorevole per buona parte della gara.
L’etiope Elfenesh Melkamu e l’ucraina Kamila Khanipova si staccavano presto, nella gara al femminile, e proseguivano fino al traguardo, dove etiope risolveva a proprio favore la contesa, in un modesto 2:35.25

Torino
La maratona di Torino era quest’anno valida per il titolo di campione d’Italia, ma la cosa non ha emozionato più di tanto i migliori corridori nazionali, così che il titolo è andato a Giovanni Gualdi in 2:14.01 e Martina Celi in 2:36.11, giunti entrambi ottavi nelle rispettive classfiche finali. Che squallore!
La gara è stata vinta ma non dominata dal marocchino Ennaji El Idrissi, che vive a Genova dal 1998, e che qui ha vissuto la sua grande giornata. Seguono William Chebor (2:08.21), Bacha Megarsa (2:08.55), Peter Kirui (2:09.48) e Antony Wairuri (2:09.48), cioè gli uomini che fin dall’inizio hanno formato il gruppetto dei migliori.
Partenza bruciante, invece, per Yuliya Ruban, ucraina, che al km.10 aveva già un vantaggio di 36 secondi su Olivera Jevtic (poi finita quinta) e alla mezza vantava 1.37 sul gruppetto delle migliori inseguitrici. Dietro hanno lottato dunque solo per le piazze d’onore, sia pure su tempi di discreto valore. Yuliya Ruban ha vinto in 2:27.10, anche lei parzialmente aiutata dal vento, davanti alla lituana Rasa Drazdauskaite (2:29.47), Silviya Skvortsova (2:30.09), Shitaye Gemechu (2:30.55) e la citata Olivera Jevtic (2:32.09)

Philadelphia

La stagione americana, dopo New York, declina verso il riposo invernale, ma è ancora capace di produrre gare di grande interesse, soprattutto sul piano della partecipazione, Ne è un esempio la maratona di Philadelphia, Pennsylvania, che è stata capace di convogliare verso l’arrivo qualcosa come 10.048 corridori, in massima parte assenti a New York!
Ha vinto un’etiope da tempo residente negli States, Folisho Tuka, che ha impiegato 2:19.14 per precedere Kevin Pool (2:19.37) e Hillary Cheruiyot (2:19.58). La corsa delle donne è stata vinta dall’olandese Mariska Kramer, che alcuni siti danno erroneamente per americana in virtù della sua residenza, che ha impiegato 2:35.46 ed ha preceduto di molto tutte le altre.

Yokohama
La maratona femminile di Yokohama ha dato inizio al circuito di gare ritenute indicative per la formazione olimpica del Sol Levante. Le sue caratteristiche sono infatti simili a quella di una gara di campionato: solo donne in corsa, niente lepri, percorso ad anello. Inoltre la severa pre-selezione ha fato si che alla fine solo una cinquantina di atlete fossero classificate, ma tutte sotto le tre ore.
Ha vinto un’atleta ancora poco conosciuta, Ryoko Kizaki, in 2:26.32 dopo dura lotta con Yoshimi Ozaki (2:26.49). Terza, ma sempre tagliata fuori dalla vittoria. è finita la britannica Mara Yamauchi in 2:27.14
Si può star certi che certe scene di “accompagnamenti” maschili alle atlete, a cui putroppo ci hanno abituato in casa nostra, qui non se ne vedono!

Nice-Cannes

Segnaliamo infine la maratona delle Alpi Marittime, versante francese, che si corre sul lungomare fra Nizza e Cannes, su di un percorso veloce, anche qui assistito dal vento favorevole, che ha prodotto un risultato cronometrico complessivo di grande valore.
Ha vinto Eric Kanda in 2:08.40 seguito da Hailu Shume (2:09.06), Moses Kurgat (2:09.30) e Lemma Feyisa (2:09.54). Sotto le 2.20 hanno chiuso in totale dieci atleti, fra i quali un solo francese: Alban Chorin, ottavo in 2:18.53
Fra le donne, ha vinto Te Amè Shumye in 2:30.53, nettamente davanti a tutte.

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