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Autore: Giovanni Mauriello
Difficoltà per la corsa mattutina nei viali di Capodimonte; le proteste dei podisti
Dopo gli stadi e gli impianti dove si può praticare l’atletica, adesso anche per i parchi cittadini c’è preoccupazione sulla libertà di fare sport, magari correndo a prima mattina. E’ il caso del bosco di Capodimonte, al centro di una clamorosa denuncia di numerosi atleti e di appassionati sportivi dei quartieri collinari di Chiaiano, Miano, Secondigliano e della stessa Capodimonte, che fin dopo l’alba affollano l’immensa oasi verde.
Dalla scorsa settimana l’intero percorso interno e di collegamento tra le tre porte d’ingresso del parco non è più praticabile prima dell’orario d’inizio delle lezioni del vicino complesso scolastico, che apre i battenti tra gli alberi secolari dell’ex sito borbonico. In pratica prima delle 7.45 non si può correre liberamente tra i viali, perché una nuova disposizione regola per quell’orario l’apertura della secolare Porta di Mezzo, il varco al centro della classica piazzetta, luogo di ritrovo per tanti runners, cerniera cruciale dei percorsi battuti a tutte le ore per lo jogging.
“Tutto è successo dopo la messa in onda di una trasmissione televisiva, in cui si denunciava l’assurda morte di un giovane corridore, avvenuta l’estate scorsa per la caduta in uno dei profondi canaloni che circondano il boscoâ€. Comincia così il grido d’aiuto di una vasta platea sportiva, che sta raggranellando firme di proteste su un documento preparato e che così continua: “La presenza dei podisti, dopo l’alba, offre lo spettacolo edificante di una sana attività fisica e rappresenta per tutti una garanzia di sicurezza, soprattutto se ci si muove all’interno dei percorsi ormai codificati della corsa, a tutti noti.â€
Il riferimento va al programma “Chi l’ha visto?â€, nel corso del quale è stato riproposto il caso di Antonio Barbatelli, il giovane podista di 20 anni, precipitato in un dirupo e trovato morto la mattina seguente dai soccorritori. Era la sera del 25 agosto scorso e la disgrazia avvenne al tramonto. Per la famiglia dello sfortunato sportivo non si fece abbastanza nelle ore successive alla sua scomparsa e pesanti accuse sono state mosse sullo stato di sicurezza del bosco, anche nella recente puntata del programma televisivo. Ma secondo i familiari la fine del ragazzo non sarebbe avvenuta così come raccontano le indagini.
Adesso sembra che la direzione della Soprintendenza ai Beni ambientali con questa decisione abbia voluto cautelarsi, vietando l’uso indiscriminato dei viali per la corsa, almeno all’alba, quando magari la sorveglianza all’interno del recinto boschivo non è assicurata dal personale di servizio e dopo il tramonto, come peraltro già noto da tempo. Uno dei custodi rivela: “E’ stata fatta un’eccezione finora a lasciar passare i pedoni – e quindi i podisti – tra i cancelli di porta di Mezzo, lasciati socchiusi. Dopo le denunce televisive la direzione del parco ha imposto regole ferree per tutti.â€
Ma nel documento di denuncia i podisti non la pensano così: “La chiusura del bosco al mattino presto, alla vasta area alle spalle del varco centrale,  renderà impossibile per molti continuare a godere dei benefici di un salutare esercizio fisico e negherà loro una grande possibilità di aggregazione. Si tratta di una decisione gravissima, che va combattuta con forza, anche per i suoi effetti sociali.â€
Chi adesso vorrà allenarsi all’alba potrà usufruire dell’accesso di porta Piccola e correre intorno alla Reggia e nei pochi viali della piccola area a ridosso di porta Grande, un percorso molto limitato per chi è abituato a variare gli allenamenti. Il via libera tra le decine di ettari verso porta Miano avviene solo dopo le 8, quando in tanti sono già al lavoro.
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