Curiosita — 04 ottobre 2010

Nel corso dei giorni me lo aveva chiesto, ed io ci avevo girato intorno non ritenendola ancora pronta sostenere un simile sforzo.


Così piccola 9 anni, così esile mi sembrava non pronta muscolarmente per affrontare una gara da 5 km.


Ha insistito tanto da convicermi ad iscriverla alla gara non competitiva della Spaccanapoli 2010.


MI sono guardato il percorso pensando dove avrebbe ceduto, mi sono detto via duomo non la salirà mai e se anche fosse a via monte oliveto mi dira con la sua vocina basta non ce la faccio più. E invece .


Non è andata proprio così è stata un’ emozione continua che solo i figli riescono a regalarti con il cuore che batte a mille all’ora che fa fermare il tempo regalandoti un immagine che mi porterò dietro tutta la vita.


Sveglia presto alle 7.00, lei, di solito dormigliona, sveglia come un grillo aveva già preparato la sua tenuta sportiva ed io le ho sollo attaccato il pettorale N 1400. Siamo partiti alla volta di piazza del Plebiscito che la citta dormiva e il solle era appena spuntato.


Giunti mi è sembrata ancora piu piccola in quello scenario immenso. Era tesa ma non nervosa decisa a spingere il cuore oltre l’ostacolo, guardava incuriosita i podisti che effettuavano le operazioni di rito prima di una gara.


Si parte tutti insieme , no c’è da attendere una buona mezz’ora sull’orario previsto.


La tensione le solcava il viso, il suo sorriso era scomparso, mi abbracciava e si nascondeva agli altri. Un attimo prima dello start mi ha guardato e mi ha detto ‘ce la farò’ mi ha battuto il cinque e si è concentrata.


Siamo partiti piano ma a piazza municipio il primo lamento ma il ritmo era aumentato notevolmente. Le ho detto di rallentare un poco che non era una gara di velocità. Non mi ha neanche ascoltato testarda come un mulo.


Abbiamo iniziato corso umberto superando qualcuno e lei mi ha detto ‘non ariverò ultima’ poi testa giu e gambe ben levate da terra, movimento della braccia perfetto. Mi chiedevo come faceva ma forse ero io che l’avevo sottovalutata.


Iniziamo a salira via duomo non un tentennamento o un cedimento macchè sembrava che la strada non salisse.


Spaccanapoli, stretta fra le persone, la guardavano tutti e queste le dava carica qualcuno la incoraggiava. Giunti a Piazza del gesù davanti a noi una signora che partecipava alla ‘gara’ superata in scioltezza.


A via monteliveto, la strada sale si lamenta, impreca contro di me che la incoraggio, non molla e anche quei pochi metri finiscono.


Ho l’impressione che rispetto alla partenza il ritmo sia molto più sostenuto ma mi dico che non è possibile.


A via toledo si mette sul marciapiede e mi dice indicando un gruppetto davanti a noi ‘Papà possiamo prenderil’


‘Andiamo a prenderli ALE.


Non ha detto più una parola, aveva lo sguardo deciso di chi sapeva che ce l’aveva fatta.


Al Gambrinus ha visto il traguardo a 200 metri, mi sono fermato e le ho detto “Vai Alessandra, se ne hai, vai forte’.


Ha accceso il motore sul serio ed è giunta in grande scioltezza. Mi avvicinavo lentamente con il cuore in gola dall’emozione.


Mi ha guardato e con un sorriso di orgoglio mi ha detto “papà sono quarta assoluta tra le donne grandi mica i bambini”.


Non è possibile, e invece si solo che era addirittura terza con un tempo di poco inferiore ai 25 minuti di corsa.


Grande Alessandra, veramente senza parole e con il cuore che ancora batte per l’emozione e nella mia mente indelebile l’abbraccio finale.


Senza mollare mai

Autore: Salvatore Perna

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