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E’ stata la mia prima volta a Montella e non poteva andare meglio. Dedico la mia gara e l’articolo a un amico podista che chi ha la fortuna di conoscere sa che è persona squisita: Giuseppe Angelillo del team Nikaios di Gragnano.
Alla partenza l’ho visto nelle retrovie e ho pensato avrebbe fatto una gara tranquilla. Anch’io avevo intenzione di fare un “medio”, ma di metterci un certo impegno. Dopo i primi metri mi sono messo alle sue spalle, ma dopo un po’ ho deciso di aumentare e sono passato avanti, anche se stanco e con un solo allenamento in settimana le sensazioni erano buone. Un solo km e Peppino mi torna vicino, mi affianca e corriamo insieme, anzi passa subito lui a tirare. Non siamo nemmeno a metà gara e resto dietro, il ritmo sembra buono e il percorso non è semplice, con continui saliscendi. Essendo due giri di 5,3 km decido di osservare il percorso per poi decidere il da farsi nella seconda parte di gara. Siamo un gruppo di pochi podisti e Peppino si mette in testa e con la sua caratteristica di costruire passo dopo passo una lenta, ma decisa progressione cominicia a macinare metro su metro. Io non perdo un colpo e rimango attaccato alle sue scarpe. Lui mi incita a stargli dietro e mi prende anche un po’ in giro, sa comunque di essere più forte e può seminarmi quando vuole. Il primo passaggio all’arrivo è relativamente tranquillo, 18’04” al 5°km, ma sento le gambe ancora bene e non mollo di un metro. Intanto Peppe continua a macinare km e lentamente i componenti del gruppo si staccano e ci allontaniamo. A un certo punto mi affianco e vorrei passare a tirare un po’ io, ma Peppino con decisione mi dice di stare coperto (c’è un leggero vento) chè ci penserà lui a tirare. “Non vorrei che credesse che sono un approfittatore – penso – e che non voglio tirare neanche un metro”. Ma lui non ha bisogno di me per fare la sua gara; sono io che sto beneficiando della sua forza.
Adesso raggiungiamo altri due podisti, un giovane del Montemiletto e Pasquale La Luna, ritornato alle gare dopo un lungo stop dovuto a infortunio. Stiamo con loro circa un km, ma appena prendiamo la discesa del settimo km Peppino aumenta con scioltezza e io lo seguo e in poche centinaia di metri stacchiamo anche loro due. Arriva la salita che porta verso il traguardo e mi sento ancora con una certa forza nelle gambe. Sono contento che la mezza di Salerno non abbia prodotto tanti danni ai miei muscoli, riesco a salire ancora con scioltezza e aumentiamo ancora il ritmo. Sono alle spalle di Peppe e riesco a ragionare lucidamente di tante cose: mi guardo intorno e vedo la gente applaudire, osservo i castagni lungo la strada, cerco di evitare le buche lungo il percorso. Penso che oggi mi è andata bene e se arrivo con Peppe alla fine di certo non mi metterò a sprintare, ma l’agonismo è agonismo e bisogna giocarsela. Il dubbio mi resta, ma nell’ultimo km e Peppino a rompere gli indugi e lanciare la sua solita lunga e tenace volata. Per un po’ gli resto dietro, ma poi non riesco a tenere il ritmo della sua cavalcata e resto sui miei passi fino alla fine. Lui 18° e io dietro in poco più di 38′, felice della mia gara che ho corso accanto a lui. Era tanto che non correvo in coppia per quasi tutto il percorso e con un atleta forte per giunta. All’arrivo il piacere di aver terminato brillantemente è stato grande. L’ho ringraziato veramente col cuore, perchè oggi ho corso con il cuore e come piace a me, cioè per il solo piacere di farlo, per questo mi sono divertito molto.
In genere si dedicano le vittorie, io invece dedico semplicemente la mia gara di oggi, e con essa tutto il piacere di correre e l’amore per il nostro sport a Peppino Angelillo, compagno di km su strada e persona dal cuore d’oro che ha deciso di condividere con me l’emozione della Pedibus calìcantibus montellese.
Grazie Peppe!
Autore: elio frescani
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