Curiosita slide — 17 febbraio 2014

piediLe buche ed i cubetti di porfido lungo il percorso gli hanno fatto un baffo. Abituato com’è a correre a piedi nudi, non s’è lasciato intimorire dallo stato di manutenzione delle strade. Il corridore scalzo è venuto anche a Napoli, a chiudere un’altra sua maratona: “Bello il percorso, coinvolgente la gente”, ha detto di questa sua esperienza sportiva nel golfo partenopeo. Il tempo? 4 ore e ventitre minuti (“ma non m’importa”, s’affretta a dire). S’è classificato 337° su 426 maratoneti in gara. Gli è andata meglio in Catalogna (sempre scalzo), alla 42 km. di Terragona, quando di tempo ne ha impiegato di meno. Sotto le 4 ore, al traguardo (3h57’, per l’esattezza).

Emilio Saèz Soro, il professore universitario spagnolo di comunicazione e politica sociale, da diversi anni ha scelto di correre a piedi nudi quasi per necessità, per eliminare i numerosi fastidi che aveva all’estremità degli arti inferiori durante la gare, disputate con le scarpette. Da quel momento ha accumulato chilometri e chilometri, senza calzature tecniche e calzini. Ha molte esperienze su tracciati con pietrisco e fango. Addirittura sull’argilla, che poi dicono faccia bene alle lombalgie.

Così è stato in questa ultima trasferta, con la canotta del suo Club Atletismo Saltamontes. Alla Pozzuoli- Napoli più che preparare la nuova sfida sportiva e adattare i piedi per la partenza dall’asfalto di Lucrino è venuto anche per mangiare una buona pizza. Gli amici ora lo aspettano per festeggiare.

Carattere forte, originario della provincia di Castellòn, vive nella piccola Segorbe, la cittadina a metà collina, famosa per la Entrada de Toros  y Caballos, l’evento nato nel Cinquecento e che vede i mandriani guidare con abilità i tori lungo le strade, attorniati in modo temerario dagli spettatori. La sfida senza scarpe è come quella dei mandriani al cospetto dei tori, ma per molti richiama in mente Abebe Bikila, il grandissimo maratoneta africano, che all’olimpiade di Roma disputò e vinse la maratona a piedi scalzi.

La canotta verde di Emilio, el corridor descalzo, spunta in piazza Plebiscito quando molti dei partecipanti vanno via. Pure la musica della fanfara s’è allontanata. Ma quelli che sono ancora accanto alle transenne l’hanno applaudito a lungo.

 

 

Giovanni Mauriello

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