Cronaca — 23 agosto 2011

Clicca per ingrandire l'immagineMarocco e Como. Dal nord Africa al nord Italia, com’è lontana la vittoria della Transmarathon n. 11. Questa volta nemmeno le donne hanno salvato la faccia alla Campania, come avvenuto in molte edizioni precedenti, pur ottenendo ciascuna di essere buoni risultati personali. E’ il caso dell’avellinese Marianna Biancardi, ottava assoluta e prima campana in graduatoria.
Roccadaspide ed il tour podistico cilentano hanno comunque lasciato l’amaro in bocca a più d’uno, che forse s’aspettavano un risultato migliore dalla classifica. Ma c’è da dire che il lotto dei partecipanti è stato di qualità e che da molte regioni hanno scelto di correre nel Vallo di Diano esperti girini, amanti dei tour, preferendo sentieri e asperità che caratterizzano questa porzione di sud e soprattutto la scelta organizzativa, in piedi su diversi tracciati sin dalla prima edizione.
E’ stato un peccato vedere in gara a giorni alterni Alessia Amore, la giovanissima atleta salernitana, l’unica che è riuscita a vincere di gran carriera una tappa in rosa, la conclusiva. Si è messa volontariamente in fuori gioco, per scelte di preparazione, scomparendo dalla classifica generale che conta. La regina Joanna (Drelicharz) , bionda e polacca, ma accasata nel comense, dove indossa una casacca datata 1872, per via dell’anno di fondazione del club cestistico più importante d’Italia, ha vinto quasi tutto, sbagliando però proprio l’ultima frazione. Non solo non ha centrato tattica, ma ha anche confuso il percorso, giungendo terza al traguardo, alle spalle della 35enne Ester Zio, fatina turchese dal codino sbarazzino, di provenienza toscana, come le amiche che hanno vinto il 50 per cento dei posti disponibili per le premiazioni femminili di primo lancio, cioè tre su sei.
Per i maschi sciolto il rebus dei centesimi di secondo tra i primi due. E’ Samir Jouaher l’undicesimo re del Cilento, questa Transmarathon è sua. Domenica un lungo sprint e per Ismail Adim la classica frase: ‘Vada retro’. Adesso il presidente del Laghetto, la sua nuova società, lo festeggerà nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, tra gli applausi dei suoi compagni di corsa.
La  quinta tappa che ha visto concludere gli sforzi sportivi nella piazza di Roccadaspide ha avuto il torto di essere posizionata subito dopo la frazione di San Giovanni a Piro, dove pure si è faticato. Lasciatelo però dire: non c’è stato paragone nel dopo gara. I ragazzi del presidente Eduardo Grieco, verdi di maglia, ma rossi di cuore, hanno fatto l’impossibile per farci sentire a casa, lassù tra le contrade sangiovannesi in festa. Uguale cosa non si può dire – questa volta – per l’addio. Comunque sia verosimilmente  l’antica rocca dell’ex principato di Salerno, patria di castagne e di aria genuina ha visto per l’ultima volta la conclusione della Transmarathon. L’organizzazione sta  valutando tappe alternative e forse le definirà nei prossimi mesi.
Il patron Funicello s’appresterebbe a calare sulle cinque frazioni un turn over che andrebbe a galvanizzare l’ambiente, a cominciare proprio dal periodo. Nel 2012 si dovrebbe ritornare a gareggiare tra le ultime due domeniche d’agosto, così come fino a pochi anni fa. Si eviterebbe il gran caldo alle corse di ferragosto (quella di S. Maria di Castellabate è stata tremenda, con i podisti in attesa del via 1 ora e mezza nel catino rovente delle stradine della zona lago) e l’affollamento in alberghi, ostelli, bred & breakfast, villaggi e pensioni. Clicca per ingrandire l'immaginePer i trasporti – croce e delizia di quest’edizione – verrebbe calato un poker di bus, per rafforzare titubanze ed insufficienze di posti, anche per gli imprevisti che possono sempre accadere, ma che devono perciò essere sempre calcolati.
E che ne sarà della tappa ‘tappone’, con l’arrivo nel paesello ormai già fantasma (perché i 300 abitanti non possono mai aumentare fino a mille) di Laurino? 

Autore: Giovanni Mauriello

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