TuttoCampania — 21 febbraio 2010

Clicca per l'immagine full sizePer prima cosa chiedo scusa a tutti per la mia erronea indicazione sul tracciato: ‘non facilissimo ma che appare più veloce dello scorso anno’. Indicazione che avete trovato scritta nel mio articolo di presentazione alla gara. Alla fine quello di Cercola si è dimostrato un percorso molto tosto, proiettato verso San Sebastiano al Vesuvio per due volte. A parziale mia discolpa (ma solo parziale) la vera necessità dell’organizzazione di dover modificare il tracciato fino agli ultimi giorni, per poter ottenere un’autorizzazione all’effettuazione della gara che, altrimenti, rischiava di non poter essere realizzata per ragioni di viabilità (praticamente una MareMonti Bis). Quindi, percorso tosto davvero, ma riconoscimento all’Amatori Vesuvio di aver voluto a tutti i costi confermare l’appuntamento con l’evento (e fatto in modo che ciò avvenisse), per rispetto degli atleti e nel caro ricordo di Enzo Spina.


Detto ciò, parliamo della gara.


La pioggia della notte ha tenuto in ansia un po’ tutti. Sembrava quasi che le rosee previsioni atmosferiche fossero la solita illusione prodotta da incapaci metereologi. In parte così è stato, dato che il sereno è arrivato molto più tardi del previsto. Alla fine però tutto si è svolto con condizioni climatiche accettabili, fatto salva l’alta umidità che ha caratterizzato la giornata (cosa che ha reso pesante la respirazione e la risposta cronometrica degli atleti). 


  La gara maschile (seguita istante per istante, grazie ad un puntuale e precisissimo collegamento in tempo reale con Giovanni Mauriello) ha mantenuto fede a quanto si prevedeva alla vigilia. Facile previsione, che trovava in Lamachi, Ricci e Ben Khadir i protagonisti annunciati alla start. Al passaggio agli 8,3 km (sotto l’arco che poi ha rappresentato il momento di arrivo) i tre atleti, sul piede dei 3’06’, hanno dato vita ad un momento di alta sportività. Lamachi si è praticamente fermato per una ventina di secondi a correggere un’allacciatura scarpe non proprio ideale, con il Duo Ricci e Ben Khadir che, resosi conto della cosa, si sono praticamente fermati ad attenderlo, per farlo rientrare. Abdelhadi Ben Khadir nei tratti in salita ha dimostrato di saperci fare, cambiando radicalmente un difficile rapporto che fino a pochi mesi fa aveva con questo tipo di percorso, puntando decisamente a fare selezione proprio nella fase ascensionale, tanto che al 10° km prendeva qualche decina di metri sui compagni di fuga, sbagliando però poi, purtroppo per lui, il percorso (l’auto apripista segnava in modo errato per dove proseguire) e correndo inutilmente per circa 200 metri (tra andata e ritorno).


Ricongiuntosi successivamente il trio, restavano in compagnia fino agli ultimi km. La discesa ha fatto la differenza, con un Gianluca Ricci (Montemiletto Team Runners) a registrare parziali anche da 2’50’ nei tratti veloci, Abdelkedir Lamachi (Atl. Capua) a tenergli testa e Abdelhadi Ben Khadir a confermare di avere qualche problema in questi tratti. Così come a San Gennarello domenica scorsa, sprint tra Ricci e Lamachi, con arrivo a posizione invertite però. Gianluca firma la nona edizione della Top Run Vesuviana, con 1h07’00’ di buona fattura, visto il percorso. Lamachi ad un solo secondo, e Abdelhadi a 14′ dal vincitore. Antonello Barretta (Isaura) e Gennaro Varrella fanno una gran bella gara, posizionandosi ai piedi del podio. Per Antonello 1h12’22’, con Gennaro (International Security Service)  a 13′.


La prova di qualità di Enrico Signorelli oramai è un must in tutte le gare. Cela attendiamo tutti, e ancor di più l’attendevamo nella sua Cercola, nella gara del suo Team. Attesa non vana, visto che Enrico, dall’alto del suo valore, ha firmato una gran bella 6a posizione finale.


 


  La gara donne è stata vissuta con molto meno pathos di quella maschile (cosa che sta accadendo spesso negli ultimi tempi). Meriyem Lamachi vola via da subito, passando sul piede dei 3’45’ a poco più di un terzo di gara e rallentando solo negli ultimi km, tanto da fermare il crono sull’1h20’42’ (non male, ma di certo lontano dal suo potenziale). Maria Pericotti (Montemiletto) conferma di essere in fase di crescita, anche sulla distanza. Per Maria una media di 4’04’ a km, cosa che le garantisce di sicuro un bel margine di miglioramento anche sulle 10 km.


Ania Paniak e Cathy Barbati: un duello in rosa davvero infinito. Sempre a confrontarsi e sempre capaci di ottime performances. Anche in questo caso però, così some ultimamente sta accadendo, Ania riesce a precedere l’avversaria e a salire sul gradino a sinistra della Lamachi. Ottima la quinta posizione per Gioconda Di Luca (ErcoSport). La sua piccola e splendida Alice con lei ad illuminare ancor di più il palco, nel momento della cerimonia protocollare.


Purtroppo devo segnalare che il percorso di 21,097 km per qualcuno è divenuto improvvisamente di 4 km più corto! Vergogna per chi lo ha fatto in mala fede (ritirando il premio che non gli spettava). Qualcuno invece lo ha fatto deliberatamente, ma segnalandolo alla fine, e qualcun altro lo ha fatto senza che lo avrebbe voluto fare (cosa che ha precisato, con estrema correttezza, ufficialmente ai giudici nel dopo gara).


Nessuna gara al mondo può garantire la “costrizione alla correttezza agli atleti”. Questa c’è o non c’è. Purtroppo stamane qualcuno la correttezza l’ha lasciata a casa, e forse neanche sa dove abita.


Classifica  squadre vinta dalla Napoli Nord Marathon. Società che festeggia così al meglio la bella serata di premiazioni e convivio vissuta poche ore prima in un bel ristorante a Posillipo.


 


Foto di Franco Manna

Autore: Marco Cascone

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