Cronaca — 10 maggio 2010

Partiamo dai numeri. La seconda edizione della ‘6 Ore dei Templari – Memorial Vito Frangione’, ha visto Marco Zulli e Sarka Machakova sul podio della ultramaratona rispettivamente con 81,543 e 65,823 km percorsi. I vincitori della maratona sono stati Fabio Ricci (2 h 51 min e 07 sec) e Giovanna Zappitelli (3 h 40 min e 35 sec), mentre Luisa Zecchino (64,927) e Massimo Termite (78,965) hanno conquistato il titolo 2010 di Campioni Italiani IUTA.


Quest’anno, inoltre, la manifestazione ha raccolto quasi duecento iscrizioni e l’adesione del detentore di record mondiale di maratona su protesi, l’inglese Richard Whitehead, dando vita ad una vera e propria festa, a dimostrazione del fatto che lo sport abbatte tutti i confini, e rappresenta persino un importante volano per l’offerta turistica locale.


L’evento è stato voluto ed organizzato da Gabriele Mazzoccoli e dalla sua Genzano on the Road ai quali, però, i numeri sembrano solo un modo come un altro per raccontare tutto quello che si nasconde dietro le loro cifre. Ed è qui che comincia il bello.


Marco Zulli è un folletto. Sembra proprio quel Puck uscito dallo shakespeariano ‘Sogno di una Notte di Mezza Estate’, solo che a Banzi si era in primavera, e di sogno c’era ben poco. Il nostro Puck di Guardiagrele ha vinto correndo nel suo mondo fatto di barba lunga e capelli incolti, di pensieri improvvisi, di un flauto nascosto in un piccolo borsone, di una gran voglia di gelato (durante la gara, ha letteralmente ingoiato quattro coni assai corposi) e, sul podio, ha letto una sua poesia ai divertiti spettatori. Marco Zulli arriva e se ne va: è un uragano. Intrattiene e strappa sorrisi, oltre che curiosi punti interrogativi sul viso di chi, la personalità, la considera un vezzo da sopprimere in nome della norma.


Sarka Machakova è una timida ragazza bionda, di quella bellezza sussurrata e cresciuta nelle contraddizioni dell’Est europeo. E’ educata, Sarka, ed estremamente dignitosa come tutti i suoi compagni di avventura: Hana e Jaroslav, arrivati in sordina dalla Repubblica Ceca, in macchina, senza pretese, senza fretta, senza arroganza. Sanno attendere in fila, sanno portare pazienza, sanno regalare un sorriso, abbracciano forte prima di andare via. Il loro è un grazie sentito, vero. Hanno fatto un lungo viaggio e la ‘piccola’ Sarka ha vinto. Torneranno silenziosi in Repubblica Ceca, con la macchina piena di premi. Chi è stato da quelle parti prima degli anni Novanta, sa cosa questo può voler significare.


Fabio Ricci è un ragazzo pulito negli occhi e nell’anima. La sua bella moglie Anne ed il piccolo Gabriel lo accompagnano in ogni impresa. Per Gabriel, Fabio è un grande eroe. Dovrebbe essere sempre così, ed è per questo che chi scrive si commuove quasi nel vederlo, vestito da Uomo Ragno, in trepidante attesa del suo papà sul marciapiede di una Banzi che aspetta il suo campione. Alla fine lui arriva, lo prende per mano, e tagliano il traguardo assieme. Non ci vuole un saggio della pedagogia e neppure troppa retorica per capire che, tra qualche anno, Gabriel avrà lo stesso sguardo pulito di Fabio e tanti bei ricordi nel cuore.


Il campione inglese Richard Whitehead e la sua ragazza irlandese, Valerie, hanno sfidato la nube del vulcano islandese e sono arrivati fino a Banzi, addormentati sui sedili posteriori della macchina. Richard è diventato un gigante buono venerato dai bambini del paese e, con discrezione d’Oltremanica, ha affrontato stoicamente non solo il percorso di gara, ma anche le generose offerte di cibo che qui fanno rima con la parola ‘ospitalità‘. Incurante degli sguardi curiosi, perfettamente a suo agio con le sue protesi al punto da indossare con grande stile un bel paio di bermuda, ha portato per mano la sua bellissima donna, sicuro di sé e sereno, e ha fatto capire a molti cos’è che purtroppo manca a tanti: obiettivi e determinazione, con quel pizzico di umiltà di chi non si prende mai troppo sul serio.


Giovanna Zappitelli la conosciamo bene. Ha sempre un sorriso per tutti, è generosa, capace di commuoversi fino alle lacrime, e ricorda tanto un verso di quella canzone memorabile dei Creedence Clearwater Revival:’Hai mai visto la pioggia che scende in una giornata di sole?’. Sia lei che Angelo Massaro sono due grandi amici della 6 Ore dei Templari, la cui esistenza dipende anche dalla loro fiducia e dal loro sostegno. E non sono i soli.


Se Gabriele è stato l’ideatore ed il primo riferimento di questa manifestazione, persone come il Sindaco di Banzi Nicola Vertone, il suo Assessore allo Sport Antonio Massaro e, in ordine sparso, Peppino, Rocco, Lucia, Graziano, Vito, Irene, Marco Frangione, Francesca & Donato, e molti altri ne hanno reso possibile il passaggio dalla progettazione alla realtà. ‘Si è trattato di un grande lavoro di squadra – commenta Gabriele – nel quale ognuno, dalle signore e dal cuoco del pasta party ai ragazzi impegnati sul percorso, dai comuni partner alle associazioni presenti, ha portato le proprie competenze e la propria sensibilità. Inoltre senza i miei amici, che hanno lavorato giorno e notte con passione e partecipazione, la 6 Ore dei Templari sarebbe rimasta una bella idea. A tutti loro, va un grazie che viene dal profondo del cuore.’

Autore: Gabriele Mazzoccoli

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